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Nasreen

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La fine può attendere. Cronache della Fenice: 2

La fine può attendere - Lori Handeland La Fine può attendere di Lori Handeland, secondo romanzo della serie Phoenix Chronicles, edita da Delos Books per la collana Odissea Streghe.

Protagonista della serie è Liz Phoenix, ex-poliziotta Veggente dai poteri incredibili, nuovo capo delle forze del Bene in vista dell’imminente Apocalisse. Non per sua scelta, potremmo aggiungere.

Il primo volume si conclude con l’uccisione del Capo dell’esercito del Male (esercito che è composto da Nephlilim, ibridi nati da umani e angeli), a opera di Liz aiutata da Sawyer, stregone Navajo e versipelle in grado di risvegliare i poteri altrui tramite il sesso, e contrastata dall’ex fidanzato Jimmy Sanducci, dhampir e traditore in tutti i sensi!, che dopo aver tradito la fazione del Bene, Liz e tutti gli AD (ammazza demoni), ha tentato di ucciderla dopo averla violentata più volte. Liz, nonostante ciò, è riuscita ad avere la meglio su Jimmy, sul suo cuore spezzato, sul padre purosangue di Jimmy e sull’inizio dell’Apocalisse.

Le vicende ripartono proprio da questo punto: Jimmy è sparito una volta resosi conto di essere stato una marionetta nelle mani del padre ed aver ormai perso il controllo sulla sua parte vampiresca, Liz è a capo di un gruppo di Ammazza Demoni ormai decimato, il punto di riferimento di Veggenti che non la conoscono e quindi si nascondono perfino da lei, l’inquietante obiettivo delle attenzioni di un versipelle Navajo figlio di uno spirito del Male che cerca di farle la pelle ogni due su tre e, come se non bastasse, fiancheggiata dall’unica donna – o meglio fata – che vorrebbe veder crocefissa al muro, in quanto donna con la quale il suo ex, Jimmy, l’ha tradita anni prima. Una situazione facile facile, insomma.

Se il primo romanzo della serie ha rappresentato l’introduzione delle vicende di Liz, che conteneva qualche incertezza e punto forzatamente oscuro, con “La Fine può attendere” le cose si evolvono con costanza e con colpi di scena sempre più avvincenti. Un mix perfetto che, se mantenuto costante con i prossimi volumi, può rappresentare una garanzia di successo.

L’ironia della protagonista, che spesso ricorda un po’ la nostra Anita Blake dei primi volumi, si assicurerà l’affetto incontrastato di tutti i fan della serie della Hamilton e non solo. Ma Liz non condivide solamente l’ironia con Anita, o la capacità di veggente di Cassandra Palmer, la Pitia di Karen Chance, ma anche la forza, l’indipendenza e la forza d’animo che la porta ad anteporre il “bene comune” al proprio senza perdere l’umanità, e quindi le debolezze, che la contraddistinguono.

Il romanzo è raccontato in prima persona, dal punto di vista di Liz, che ci permetterà di gustar ancor di più i vari colpi di scena che la Handeland non farà mancare per tutta la durata del libro, accompagnati dai monologhi autoironici di Liz. Assolutamente da non perdere!

Altro punto forte di “La Fine può attendere” è anche l’evoluzione psicologica dei vari personaggi che vengono approfonditi e, alcuni, riscattati. La matrigna di Liz si mostrerà ai nostri occhi come un “Capo” obbligato a fare scelte e dare ordini che non avrebbe mai voluto dare; scopriremo che Jimmy è meno crudele di quel che pensavamo e Sawyer, incredibile ma vero, perfino più umano di quanto avevamo osato sperare.

Il minimo cenno al triangolo fra Liz, Sawyer e Jimmy non viene rimarcato troppo, il rapporto fra i tre è tutto da stabilire e non c’è nulla di definito nelle loro scelte.

L’aspetto romantico e sessuale è piuttosto marcato (perfino più che nel primo romanzo, per quanto incredibile) ma trattato dall’autrice con estrema maturità, soprattutto senza sovrastare l’azione e sconvolgere la natura “urban fantasy” della serie.

Un romanzo ambivalente, che punta tutto sul continuo gioco fra bene, male e l’infinita scala di “grigi” che è la vita. Non c’è buono che non sia stato sporcato dal male, non amore senza dolore e passione e non esiste personaggio che non abbia sbagliato, cambiato fazione o che sembri essere continuamente in bilico fra giusto e sbagliato. Un libro sicuramente da leggere, che risolverà molti interrogativi pur sollevandone altri ma senza lasciare l’amaro in bocca al lettore a causa di fastidiosi cliffhanger. Non resta che attendere il prossimo volume della serie per sapere che cosa ne sarà di Liz e dell’intera umanità.