Ho comprato questo libro con le grandi speranze di ogni fan di Jane Austen. Amo “Orgoglio e Pregiudizio” e l’idea che Mr Darcy fosse un vampiro mi intrigava. Che peccato che si sia rivelato un libro così al di sotto delle aspettative!
Partendo dall’inizio possiamo dire che, in realtà, il protagonista del libro non Mr Darcy ma Elizabeth ancora una volta. L’idea di narrare un seguito dal punto di vista di Darcy, vampiro, con tutto l’aspetto psicologico annesso e connesso avrebbe, forse, catturato maggiormente l’attenzione del lettore. Invece ci troviamo di fronte a 200 pagine di rigiri mentali di Lizzy, ora signora Darcy, che è lontana anni e anni luce dalla spigliata e sbarazzina Lizzy Bennet della Austen.
La Noia fa da padrona per tutto il libro, l’autrice lascia il lettore solo con la mente di novella sposa Signora Darcy che non fa altro che dannarsi l’anima perché il suo sposo è cambiato, è sempre pensieroso e non capisce perché, la evita, non la raggiunge in camera da letto e tante altre piccole crisi esistenziali. Ovviamente, visto che per ragioni di trama Lizzy NON deve sapere nulla, è comprensibile che, noi lettori, sondando la sua mente ci troviamo sempre fra le mani sempre gli stessi problemi e discorsi portandoci vicini all’esasperazione.
E’ per questo che ritengo che avrebbe avuto maggior incisività un libro narrato dal punto di vista di Darcy che tenta di comprendere come risolvere il “piccolo” problema umana/vampiro.
Darcy come personaggio mi ha abbastanza siddisfatta anche se manca totalmente del suo solito carattere altero mentre, come dicevo prima, fra i due personaggi principali, è Lizzy quella che più si distacca dal suo originale. L’autrice, forse presa dall’impeto della scrittura, non ha forse fatto caso che il romanzo è ambientato nel 1800 e che, ovviamente, molto difficilmente Elizabeth Darcy avrebbe confidato i suoi problemi di mancata intimità con il marito al primo che le capitava a tiro. Nel libro lo fa per ben due volte!
Inoltre la vera Elizabeth Bennet si è sempre dimostrata forte, volitiva, testarda e certamente non una codarda… Qualcuno crede davvero che si sarebbe lasciata convincere ad abbandonare Darcy solamente perché qualcuno, che non conosceva neanche bene, le aveva consigliato (per il suo bene, è ovvio!) di farlo?
La trama sembra giungere ad una svolta a 50/60 pagine dalla fine ma, purtroppo, il tutto si risolve con una serie di espedienti poco credibili, poco interessanti e tristemente “facili”.
Un’assoluta delusione sia l’aspetto fantasy che quello relativo all’attinenza al romanzo originale di Jane Austen che, spero, non avrà modo di vedere come è stata ridotta la sua opera da questi fantomatici “seguiti”. Due stelline solamente per lo stile pulito e delicato di Amanda Grange che, obiettivamente, merita.